Descrizione
In questi giorni di pandemia, a borgata Madonna di San Francesco al Campo sono comparsi davanti alla Chiesetta due Striscioni che invocano la Protezione di San Rocco su San Francesco al Campo.
La statua di San Rocco è custodita nella chiesetta della borgata, ecco a voi due cenni storici sull'importanza di San Rocco per il territorio di San Francesco al Campo.
" A peste, fame et bello libera nos Domine!” Da questa supplica che i fedeli in passato recitavano nelle loro preghiere, si può riassumere l’inizio della vicenda storica della cappella dell’Assunta in San Francesco al Campo. Siamo sul finire del XV secolo, in un periodo storico in cui frequenti erano le epidemie che scoppiavano con inaudita virulenza, cosicché le autorità dell’epoca alla prima notizia di sospetto del contagio creavano immediatamente un cordone sanitario per bloccare il movimento di persone dai luoghi infetti o sospetti, controllando le persone in entrata ed in uscita dai borghi, presidiando le porte d’accesso e facendo riparare le mura in modo da obbligare tutti a passare dalle porte vigilate da guardie. Quando si era colpiti dalla malattia pestifera tutto il normale sistema comunale poteva cessare la sua attività, sospendendo ogni attività di governo. La mentalità del tempo portava la popolazione ad invocare la protezione divina al fine di allontanare l’ennesimo flagello e fu così che nel 1481 la Credenza di San Maurizio Canavese (l’allora consiglio comunale), prese la decisione di far edificare su un suo terreno (la zona boschiva nota come la Valda) una cappella dedicata alla Madonna delle Grazie. La cappella ora dedicata alla Beata Vergine Assunta nacque dunque come ringraziamento da parte della comunità di San Maurizio per aver tenuto lontano il contagio della peste. In queste settimane di isolamento, durante le quali non si parla che di numeri del contagio, DPCM, igienizzazione e smart working a causa del COVID-19 pare proprio che la storia si ripeta, certo affrontando la questione con vaste conoscenze in campo medico-scientifico ed approfondimenti dal punto di vista socio-economico cui tutti possiamo avere accesso. Eppure, anche in questo nostro tempo apparentemente distaccato da qualsivoglia credo religioso, c’è chi non si stanca di chiedere aiuto a Dio e lo fa in forma devozionale attraverso l’invocazione a San Rocco, uno dei santi più popolari dell’Europa meridionale, invocato come protettore contro la peste. Già nella seconda metà del Seicento, nel documento che attesta una visita pastorale, si faceva riferimento ad un altare dedicato a San Rocco, poi rifatto due secoli più tardi e destinato a contenere la statua del santo acquistata nel 1866 per chiedere la protezione dal colera morbus, al tempo dilagante in tutta la provincia di Torino. In quel caso fu il Comune di San Francesco al Campo, ormai divenuto autonomo, che fece realizzare una statua di San Rocco da portare in processione nel giorno della festa, assecondando le richieste della popolazione per essere scampata al pericolo endemico. Da notare che anche sulla facciata della chiesa parrocchiale, in una delle quattro nicchie, vi è incastonata una raffigurazione del santo, a testimonianza del suo valore per i fedeli.
Questa è in sintesi la storia di un luogo caro a molti sanfranceschesi e non, una storia che inevitabilmente si intreccia con la fede e la devozione popolare, ma che durante le giornate immobili e mute che stiamo vivendo, può ancora raccontarci qualcosa sul nostro modo di affrontare i pericoli e le paure, nella ferma convinzione che SOLO INSIEME CE LA FAREMO.
( cenni Storici di Noemi Castagneri )
La statua di San Rocco è custodita nella chiesetta della borgata, ecco a voi due cenni storici sull'importanza di San Rocco per il territorio di San Francesco al Campo.
" A peste, fame et bello libera nos Domine!” Da questa supplica che i fedeli in passato recitavano nelle loro preghiere, si può riassumere l’inizio della vicenda storica della cappella dell’Assunta in San Francesco al Campo. Siamo sul finire del XV secolo, in un periodo storico in cui frequenti erano le epidemie che scoppiavano con inaudita virulenza, cosicché le autorità dell’epoca alla prima notizia di sospetto del contagio creavano immediatamente un cordone sanitario per bloccare il movimento di persone dai luoghi infetti o sospetti, controllando le persone in entrata ed in uscita dai borghi, presidiando le porte d’accesso e facendo riparare le mura in modo da obbligare tutti a passare dalle porte vigilate da guardie. Quando si era colpiti dalla malattia pestifera tutto il normale sistema comunale poteva cessare la sua attività, sospendendo ogni attività di governo. La mentalità del tempo portava la popolazione ad invocare la protezione divina al fine di allontanare l’ennesimo flagello e fu così che nel 1481 la Credenza di San Maurizio Canavese (l’allora consiglio comunale), prese la decisione di far edificare su un suo terreno (la zona boschiva nota come la Valda) una cappella dedicata alla Madonna delle Grazie. La cappella ora dedicata alla Beata Vergine Assunta nacque dunque come ringraziamento da parte della comunità di San Maurizio per aver tenuto lontano il contagio della peste. In queste settimane di isolamento, durante le quali non si parla che di numeri del contagio, DPCM, igienizzazione e smart working a causa del COVID-19 pare proprio che la storia si ripeta, certo affrontando la questione con vaste conoscenze in campo medico-scientifico ed approfondimenti dal punto di vista socio-economico cui tutti possiamo avere accesso. Eppure, anche in questo nostro tempo apparentemente distaccato da qualsivoglia credo religioso, c’è chi non si stanca di chiedere aiuto a Dio e lo fa in forma devozionale attraverso l’invocazione a San Rocco, uno dei santi più popolari dell’Europa meridionale, invocato come protettore contro la peste. Già nella seconda metà del Seicento, nel documento che attesta una visita pastorale, si faceva riferimento ad un altare dedicato a San Rocco, poi rifatto due secoli più tardi e destinato a contenere la statua del santo acquistata nel 1866 per chiedere la protezione dal colera morbus, al tempo dilagante in tutta la provincia di Torino. In quel caso fu il Comune di San Francesco al Campo, ormai divenuto autonomo, che fece realizzare una statua di San Rocco da portare in processione nel giorno della festa, assecondando le richieste della popolazione per essere scampata al pericolo endemico. Da notare che anche sulla facciata della chiesa parrocchiale, in una delle quattro nicchie, vi è incastonata una raffigurazione del santo, a testimonianza del suo valore per i fedeli.
Questa è in sintesi la storia di un luogo caro a molti sanfranceschesi e non, una storia che inevitabilmente si intreccia con la fede e la devozione popolare, ma che durante le giornate immobili e mute che stiamo vivendo, può ancora raccontarci qualcosa sul nostro modo di affrontare i pericoli e le paure, nella ferma convinzione che SOLO INSIEME CE LA FAREMO.
( cenni Storici di Noemi Castagneri )
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Ultimo aggiornamento pagina: 01/04/2020 09:16:37